Monumento a Pio III

1. Pio III (di Siena, Francesco Todeschini-Piccolomini / 22 sett.-18 ott. 1503). Adottato per nipote da Pio II, che gli diede il proprio cognome e lo stemma, Pio III si spense a Roma il 18 ottobre 1503, senza aver raggiunto un mese di pontificato. Zio e nipote furono sepelliti in tombe terragne nella cappella di s. Gregorio Magno dell’antica basilica di s. Pietro in Vaticano, accanto ai loro monumenti funerari, qui collocati sopra gli archi delle porte laterali minori in s. Andrea della Valle. Mentre i monumenti dei due Piccolomini furono da s. Pietro qui trasportati negli anni 1614-15, sotto Paolo V, le loro salme, invece, solo il 6 gennaio 1623, sotto Gregorio XV, furono qui trasferite a due ore di notte e nulla adhibita pompa. Riposte entro cassette sotto il pavimento della tribuna, esse furono scoperte nel 1758 quando si rifaceva alla moda il pavimento. Ma, nuovamente sotterrate, non sono state mai più ritrovate. Per cui i sarcofaghi sono tuttora vuoti, come lo erano sempre stati anche nella basilica vaticana.

2. Il monumento di Pio III. Riproduce il modello dell’altro cioè il monumento di Pio II, reca la data 1503 nell’iscrizione postavi a piede, fra due angeli e una serie di ornati, per cui è stato attribuito Silvestro dell’Aquila. Nel primo riquadro, Pio III, in ginocchio a lato della S.ma Vergine Maria, riceve da una parte le chiavi che gli consegna s. Pietro, mentre, dall’altra, s. Paolo lo anima e lo sorregge. Nel secondo riquadro, il pontefice è scolpito giacente sull’urna in cui sta scritto:

PIUS III.

Nel terzo, in magnifico altorilievo, è rappresentata la sua incoronazione. Le nicchie affiancanti i rilievi recano pilastrini con candelabre e capitelli e racchiudono sei statuine dei santi Romualdo (primo a sinistra in basso), Francesco d’Assisi, Pio I, Gregorio Magno, Andrea e Giacomo. La prima epigrafe reca la dedica del monumento, fattogli dai fratelli Andrea e Giacomo; la seconda ricorda la collocazione del monumento in s. Andrea della Valle nel 1615. Nel 2000 il monumento è stato rinforzato e pulito, dopo averne verificato delle crepe nella struttura portante.

3. Tela di S. Giuseppe Mª Tomasi (1986). Nel vestibolo della porta laterale della basilica, che apre ad occidente, si vede, appesa sulla porticina che immette nella cappella della Madonna del Sacro Cuore, una mediocre tela all’oleo raffigurante s. Giuseppe Maria Tomasi nella gloria. Dipinta dal Messori nel 1986 per la canonizzazione del santo teatino, il suo unico merito sarebbe l’aver salutato, dalla loggia centrale della basilica di San Pietro in Vaticano, la folla di pellegrini accorsi a Roma il 12 ottobre 1986 per la suddetta canonizzazione.