Cappella della Madonna della Purità

1. La cappella. Questa cappella fu gentilizia del cardinale Francesco Stoppani (+ 1774), poi del cardinale Vidoni (+ 1830) che vi fece mediocri restauri nell’anno del giubileo 1825. In origine fu dedicata alla Sacra Famiglia, però, nel 1647, avendo il Capitolo generale dei Teatini dichiarata la “Madonna della Purità” Patrona dell’Ordine, la cappella fu a Lei intitolata. Sotto l’altare, consacrato il 20 novembre 1725 dal vescovo teatino Giorgio Làscaris, si venera il corpo di san Fortunato martire. Nel 1912, Silvio Galimberti dipingeva le quattro lunette sopra gli archi (Nascita di Gesù, Presentazione al Tempio, Carpentiere a Nazaret, Tra i Dottori della Legge) e i riquadri della volta (Cori di angeli). Sono notabili i cancelli e gli stucchi del tamburo, della cupola e del lanternino. Nei pennacchi si legge:

RELIGIO,

LABOR,

SAPIENTIA,

FAMILIA.

2. La Madonna della Purità. Riceve questo titolo la tavola della Madonna, dipinta dallo spagnolo Luis de Morales “Il Divino”, che dal 7 settembre 1641 si trova in San Paolo Maggiore di Napoli. Dal 1647, il pittore napoletano Alessandro Francesi ne fece diverse copie, essendo quella qui venerata la prima copia partita da Napoli nel 1647. Invocata dai romani un anno dopo, la Madonna della Purità liberava la città dalla carestia. Accresciuto poi il suo culto, il 7 dicembre 1678 il Capitolo Vaticano ornava il capo della divina Madre e del Figlio con singole corone d’oro.

3. Il Santo Bambino di San Gaetano. Sul lato sinistro della cappella, si legge la lapide sepolcrale del card. Stoppani:

A + O. /
IO. FRANCISCUS EP. PRAENESTINUS /
S.R.E. CARDINALIS STOPPANIUS /
MEDIOLANENSIS /
QUI VIVENS SIBI SUISQ.
zzz/ HOC MONUMENTUM POSUIT / OB. XIV KALENDIS DEC. AN. S. MDCCLXXIV / AET. SUAE AN. LXXIX / ORATE PRO EO.

Sin dal 1907 e per interessamento del P. Francesco di Paola Ragonesi, dinnanzi a questa lapide si venerava un’immagine lignea del miracoloso Bambino detto di s. Gaetano, posta in un’urna di vetro sopra l’attuale base marmorea. Dopo un triplice trafugamento della statua originale, dal sessenio 1966-1972 si venera una copia in stucco del Santo Bambinello, ricavato da una forma romana custodita da un artigiano presso Santa Maria delle Fornaci